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Arte

Francesco Hayez

Il bacio di Hayez: politica e passione

Francesco Hayez è stato il maggiore pittore del Romanticismo storico italiano, particolarmente noto per l’opera “Il bacio”. Egli si dedicò ai soggetti storici e civili esprimendo nella sua pittura gli ideali del Risorgimento. Infatti ne “Il bacio”(1859) riscontriamo, secondo i canoni del Romanticismo italiano, un’assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento (l’amore individuale), ma soprattutto verso gli ideali risorgimentali (l’amore per la patria). Ciò che colpisce immediatamente l’osservatore è l’enorme sensualità che scaturisce dall’abbraccio dei due amanti. Per la prima volta viene espresso in un quadro un bacio passionale e carico di emotività. Questo legame è tanto forte che riesce ad annullare ogni contrasto, come quello del freddo celeste della veste della donna e del colore caldo dell’abito dell’uomo (il quale ha le gambe posizionate in modo tale da assecondare la significativa inclinazione del corpo femminile); l’uomo, mentre bacia la sua amata appoggia la gamba sul gradino: Hayez, con questo particolare, comunica anche l’impressione che egli stia per andare via e dà maggiore enfasi al bacio. La scelta dell’artista di celare i volti dei giovani conferisce importanza all’azione, mentre le ombre, che si possono scorgere dietro il muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un eventuale pericolo. L’autore magistralmente nasconde il patos dietro il sipario di sentimenti più forti ma delicati di colori in contrasto e in perfetta armonia. I due volti sono tenuti abbastanza nascosti anche per far si che l’osservatore attenzioni maggiormente le loro labbra. Osservando questo quadro si viene rapiti dalla straordinaria dolcezza che pone l’uomo nel trattenere con la mano il volto dell’amata, dalla passione e quasi dichiarazione di possesso, che egli esprime nell’ appoggiare la gamba sul gradino, quasi a voler completare l’abbraccio con tutto il corpo. Ella, invece, si abbandona leziosamente al dolce incontro di labbra poggiando il suo braccio sul petto di lui, quasi a volerlo trattenere allontanando il più possibile il momento dell’inevitabile distacco.

Gli artisti risorgimentali erano spesso costretti a celare i propri messaggi, calandoli in realtà storiche lontane dal presente oppure creando situazioni allusive e simboliche. Per questo non bisogna dimenticare il reale significato storico dell’opera: infatti, Hayez, attraverso i colori (bianco della veste, rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e, infine, l’azzurro dell’abito della donna), vuole rappresentare l’alleanza avvenuta tra l’Italia e la Francia ( patti di Plombierès, 1858). Inoltre il quadro fu presentato all’Esposizione di Brera del 1859, a soli tre mesi dall’ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano. Nonostante l’intera scena, a giudicare dagli abiti e dall’architettura, si svolga in un’ambientazione medioevale, in realtà, essa è immersa nel presente a causa del significato e del soggetto iconografico (= il bacio) assolutamente nuovo. Il pubblico dell’epoca interpretò subito questo quadro in termini politici, vedendovi rappresentato l’addio alla donna amata da parte di un patriota costretto all’esilio: l’opera rappresenta l’attimo terribile del distacco tra due giovani condannati ad una separazione piena di tragici enigmi. L’ombra che sale le scale è il segno che il giovane è pronto a fuggire, quindi il bacio rappresenta l’addio. Le figure sono disegnate con contorni netti e precisi, propri della pittura classica, ma l’atteggiamento appassionato dei soggetti, l’abbandono languido della donna e il piegarsi su di lei dell’uomo, creano una atmosfera intensa e commossa. La luce, che sembra provenire da una fonte interna al dipinto, contribuisce a rendere i colori molto tenui e caldi, mentre gli stacchi chiaroscurali anche violenti accentuano il volume dei corpi. L’attenzione per i dettagli (le pieghe della veste, i riflessi della stoffa) conferisce al dipinto un grande realismo: il vestito della donna appare, da un lato, turgido e corposo, dall’altro trasparente e morbido.

Hayez intende trasmettere il sentimento d’amore, il desiderio e l’irrequietezza popolare per quello che sarà il Regno d'Italia. La passione emerge vistosamente da questo quadro, coniugando perfettamente la profonda partecipazione alle vicende esterne e lo slancio emozionale nella dimensione degli innamorati, i quali si compenetrano e si comprendono nell’abbraccio. Vicino alle idee di Alessandro Manzoni, Hayez, sosteneva che la sua pittura romantica non fosse nata da idee filosofiche ma dal puro sentimento. Inoltre quest'opera non si limita a rappresentare la vicenda sentimentale, ma genera un luogo d’incontro tra l’intimità della scena e i segreti sentimenti dell’osservatore, trascinandolo in un forte coinvolgimento emotivo che tende ad allontanare la realtà. Il mistero, legato alla figura in penombra dell'androne, non appare primaria alla visione globale, in quanto l'osservatore è catturato dall'intensità degli amanti che sono posizionati sull'asse di simmetria: estasi passionale che distrae dal pericolo.

In conclusione, “Il bacio” è emblema del rapporto tra uomo e donna, ma anche sublimazione della missione civile dell’uomo, che non può non difendere ciò che gli sta più a cuore, oltre la sua amata: la patria.


Giusy Scaffidi Mangialardo


"Il bacio" di Francesco Hayez. Olio su tela, 112 x 88 cm. 1859, conservato a Milano nella Pinacoteca di Brera.



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