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Letteratura

La genesi delle parole

E' interessante scoprire attraverso l'etimologia delle parole, come si evolve la lingua e il pensiero dell'uomo che usa quelle parole. E' stupefacente che ogni termine riesca ad adattarsi alla vita dell'uomo e che ogni uomo tenti di ricercare quella particolare parola più adatta alla propria situazione di vita. Lo scopo di questa pagina è proprio quello di incuriosire il lettore nella speranza che leggendo si ritrovi a pensare "Chi l'avrebbe mai detto!".

Semplici sillabe una dietro l'altra per formare tante parole che si portano dietro una storia e che permettono all'uomo di creare nuove storie.

Buona lettura

Pietro

 

Algoritmo

Il termine algoritmo deriva dalla latinizzazione del cognome di Mohammed al-Khowarizmi, matematico persiano che visse nel IX secolo e assunse una grande fama grazie all’enunciazione di regole “passo passo” per sommare, sottrarre, moltiplicare e dividere numeri decimali. Un algoritmo è quindi una procedura passo passo che deve essere eseguita per risolvere un determinato problema.

 

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Anoressia

In latino bocca si dice os, oris. In greco appetito è orexis. La radice an- significa mancanza, assenza. Quindi anoressia letteralmente significa senza appetito, o senza bocca. L’anoressia è la mancanza o la riduzione volontaria dell’appetito.

 

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Ansimare

La parola ansimare deriva dalla fusione di due termini: ansia e asma. Partendo da asma, trasformandola in asima e aggiungendo la consonante nasale n per dare forza al termine e associarlo ad ansia. Infatti ansimare significa respirare con difficoltà o con ansia.

 

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Arancino

Cappone

Dal verbo greco Koptein, che significa tagliare. Con allusione alla pratica della castrazione, indica il gallo che è stato castrato per renderne la carne più tenera e saporita.

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Concavo

Dal latino còncavus. Esistono due possibili spiegazioni per questo termine:

  1. Concavus potrebbe avere origine dal termine latino concha, che significa conchiglia. Se così fosse, dovremmo intendere come concavo un oggetto che presenta la forma tipo collina. Questo significato concorda con la definizione matematica di funzione concava.

  2. Concavus potrebbe essere inteso come derivato dal verbo latino còncavo che significa incavare, ovvero scavare dentro. Così, la parola assume il significato opposto al precedente, ed è concavo una superficie di forma tipo valle . Questo è il significato più comunemente noto.

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Convesso

Dal latino convexus, da convehere, composto di cum (insieme) e vehere (portare, trasportare). Ora è necessario quindi ipotizzare il mezzo di trasporto e, adeguatamente, l’oggetto da trasportare. Si distinguono due significati:

  1. Se l’oggetto da trasportare fosse, ad esempio, una sostanza liquida, è ovvio che l’oggetto convesso che lo strasporta dovrebbe avere una forma idonea, ovvero la forma (per esempio) di una bacinella. Questa spiegazione del termine in questione, concorda con quella data, in matematica, di funzione convessa

  2. Se si considera come mezzo di trasporto la schiena di un animale e quindi, come esempio eclatante, la gobba di un dromedario, allora un oggetto convesso dovrebbe avere una forma di questo tipo. Questo è il significato più comunemente attribuito al termine.

Questa contraddittorietà di significato è attribuibile all’eccessivo desiderio di specificare maggiormente il significato di un termine o di estenderlo ad applicazione per le quali non è nato, e può essere evitata semplicemente intendendo, per oggetto convesso, un oggetto (la cui forma non ha importanza) adibito al trasporto di qualcosa.

 

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Epifania

Dal latino epiphania, col significato di apparizione. Per questo motivo, il 6 gennaio, giorno della commemorazione dell'apparizione della stella che guido i re magi verso la culla di Gesù, è chiamato epifania.

 

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Euristico

Dal verbo greco heuriskein col significato di trovare. Per euristico si intende dunque un qualcosa che consente di trovare una soluzione ad un problema. In matematica, il termine viene principalmente usato per indicare un procedimento intuitivo, che non segue un procedimento logico deduttivo rigoroso. Da notare la comune radice con il termine Eureka che è il perfetto dello stesso verbo: ho trovato. Oggi il termine Eureka viene utilizzato per indicare una scoperta che ha richiesto particolare impegno.

 

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Incinta

Deriva dal latino inciens, incientis, termine che veniva utilizzato maggiormente per indicare lo stato di gravidanza degli animali. Le lingue volgari infatti tendono a preferire termini meno eleganti e che meglio si addicono alle condizioni di vita di quella gente del popolo, attraverso la quale si evolve il linguaggio. (ad esempio casa, in latino, si dice domus, mentre il termine latino casa,casæ significa capanna, tugurio).
Il termine incientis è composto dalla particella in e dalla parola greca kýos che significa feto: è incinta chi porta dentro di sé il feto.
I latini, per indicare la donna incinta, preferivano l’uso della parola prægnas. Neanche questo termine, comunque, nasce per essere attribuito alle donne, infatti è composto da præ e agnus; ovvero, era pregna la pecora prima di partorire l’agnello.
Un altro termine italiano con lo stesso significato, che viene spesso usato, è gravida, dal quale derivano le parole gravidanza e ingravidare. Gravida deriva dal latino gravidus che è composto da gravis e dalla desinenza –idus che indica il perdurare nel tempo di uno stato. Gravis, invece, indica qualcosa di pesante e a volte anche fastidioso … è gravida chi porta un peso per del tempo. Il peso, nel nostro caso, è il feto, che, con questa etimologia, sembra quasi diventare un impaccio. In fondo, sotto certi punti di vista, una gravidanza può essere e sicuramente era, nell'antichità di certe culture, “un peso fastidioso”.

 

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Intenzione

Dal latino intentionem, derivato da intentus, participio passato di intendere, che significa tendere verso qualcuno o qualcosa, mirare a qualcosa, dirigersi verso qualcosa. L’intenzione è quindi la volontà di andare in una direzione, raggiungere un obbiettivo.

 

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Ione

Si chiama ione un atomo che ha perso o acquistato un elettrone. Così, potremmo dire che quest’atomo è stato appesantito da un “carico” che è la carica elettrica. Con questa premessa si può giustificare la seguente etimologia della parola.
Ione deriva dal latino onus, onĕris che significa carico. Infatti lo ione è un atomo che si è caricato elettricamente perdendo o acquistando un elettrone.

 

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Ipocrita

Dal greco ypokrites, composto di ypo (sotto) e krites che significa spiegare.
I greci chiamavano ypokrites un attore che cercava di imitarne un altro. Oggi, quindi, per ipocrita si intende chi cerca di apparire qualcuno che non è.

 

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Metropoli

Dal greco metropolis, composto da metro, che deriva da meter = madre, e polis che significa città. Quindi metropoli, significa citta madre. I greci, con questo termine, indicavano le città che avevano fondato delle colonie.

 

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Mutuo

Dal latino mutuus, dato in cambio, da mutare che significa cambiare. Il mutuo è quindi l’oggetto di scambio.

 

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Patologia

Dal greco pathos (malattia) e logos (ragione, ragionamento, discorso). Letteralmente patologia significa malattia della ragione, oggi viene però usato come sinonimo di malattia in generale o per indicare una malattia o uno stato di un soggetto che ha origine dalla natura stessa del soggetto. Quest’ultimo significato, quando viene utilizzato riferendosi ad un uomo, può spiegarsi notando che l’uomo si definisce tale perché possiede la ragione, quindi, in un certo senso, la ragione è l’essenza dell’uomo, per cui una malattia che ha origine dalla natura stessa dell’uomo è, sotto questo ragionamento, una malattia della ragione (la parte per il tutto), e quindi una patologia.

 

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Reiezione

Dal latino reiectio, reiectionis, a sua volta derivato dal verbo reicio, reicis, reieci, reiectum, reicĕre oppure da reiecto, as, are (rigettare). Il verbo reicere deriva da iacio, is, ieci, iacutm, iacĕre (che significa gettare, metter fuori) per aggiunta della radice re- che significa dietro. reicere significa quindi gettare dietro, ignorare, rigettare e la reiezione è l’ignorare, il rigettare, il rifiuto, il gettar fuori, l’escludere.
In elettronica si usa spesso caratterizzare un amplificatore per la sua reiezione di modo comune che è, infatti, la capacità di rigettare le componenti comuni ai due ingressi.

 

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Rilevare

Dal latino relevare, composto da re che indica ripetizione e levare che significa alzare.
Supponiamo di aver posto un oggetto su una mensola. Rileviamo quell’oggetto quando lo spostiamo in un posto più alto del precedente. Ovvi sono i significati meno concreti: rilevare un concetto, per esempio, significa metterlo in evidenza rispetto agli altri, porlo più in alto degli altri.
Attenzione: non confondere rilevare con rivelare. La differenza tra mettere qualcosa in evidenza o scoprire quel qualcosa può essere, in certi casi, veramente sottile con il rischio di confondere il significato dei termini. Se poi, a ciò, aggiungiamo la forte somiglianza fonetica delle due parole, si capisce presto che confondersi non è affatto difficile.

 

Rivelare

Dal latino revelare, composto da re- che significa dietro (ad esempio ritorno = re-torno = torno indietro) e velare, da velum (= velo). Rivelare significa quindi guardare dietro il velo, scoprire ciò che è nascosto.

 

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Soggezione o suggezione

Dal latino subiectiònem da subièctus che significa messo sotto. Ha soggezione chi è obbediente agli altri, ovvero chi ha sentimento della propria inferiorità rispetto ad una altro.

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Suggestione

Dal latino suggestiònem col significato di suggerimento. Aver suggestione significava quindi, in origine, ricevere un suggerimento. Come spesso accade nella lingua volgare, il significato di questa parola ha assunto un senso negativo. Il suggerimento di cui si parla diventa così un suggerimento volto ad un’azione malvagia.
È l’istigazione fatta con malizia.

 

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Tautologia

Dal greco taytologia composto di tayto, che significa lo stesso (ta = lo, aytò = stesso), e logia (da logos = discorso). Tautologia, letteralmente, indica un discorso uguale, ovvero il dire la stessa cosa con parole differenti.

 

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Tergiversare

Dal latino tergiversari, composto di tergi da tergum (spalle) e versare (volgere, girare). Letteralmente significa quindi voltare le spalle. In senso figurativo servirsi di sotterfugi per evitare di giungere ad una conclusione.

 

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Testé

Dall'italiano antico testeso che secondo alcuni deriva dal latino ante istum ipsum con la caduta della prima sillaba dove viene sottinteso tempus e che si traduce letteralmente "prima di cotesto stesso tempo".

Secondo altri, invece, deriverebbe da testis est, che significa "il testimone c'è", per indicare che si tratta di qualcosa avvenuta proprio sotto gli occhi.

Testé è quindi un avverbio di tempo che si usa per riferirsi a qualcosa di accaduto da molto poco tempo o (per estensione) a poca distanza.

 

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Voltura

Da volto, participio passato di volgere. Anticamente veniva usato per indicare la rivoluzioni, oggi trova il suo principale uso nell'indicare il passaggio dal vecchio al nuovo proprietario nei libri del catasto.

 

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Bibliografia

  1. Marcellini, P. e Sbordone, C. Elementi di analisi matematica 1. s.l. : Liguori Editore.

  2. Pianigiani, Ottorino. Vocabolario etimologico della lingua italiana. Seconda edizione. Genova : Fratelli Letizia Editore, 1988.

  3. Campanini, G. e Carboni, G. Vocabolario Latino-Italiano, Italiano-Latino. Sesta edizione. s.l. : Paravia Editore, 1976.

  4. Schiavello, Mario e Palmisano, Leonardo. Fondamenti di chimica. Seconda edizione. Napoli : Edised Editore, 2006.

  5. Nardi, Ivo. Dizionario Filosofico - Euristica. Riflessioni.it. [Online] [Riportato: 26 agosto 2008.] http://www.riflessioni.it/dizionario_filosofico/euristica.htm.

  6. Bonomi, Francesco. Vocabolario Etimologico della lingua italiana. [Online] http://www.etimo.it.

  7. Wikipedia. [Online] http://it.wikipedia.org.

  8. Aguilar, Luis Joyanes. Fondamenti di programmazione in C++. Milano : Mc Graw-Hill, 2008. ISBN 978 88 286 6477-9.